Nelle ultime settimane, fra gli operatori del settore ortofrutticolo, si discute se sia arrivato o meno il momento di fare bilanci sugli obiettivi conseguiti dalle politiche agricole poste in essere dal governo regionale. Del resto, il governatore Mario Oliverio, fin dalla sua elezione, ha sempre sostenuto che l’azione politica necessita di un arco di tempo di almeno tre anni per mettere in campo attività efficaci e idonee a conseguire reali risultati.

Dinanzi a tali dichiarazioni, alcuni corpi intermedi hanno saputo attendere con grande pazienza e ampia fiducia nei confronti del governo regionale; senza particolari clamori mediatici, hanno sottoposto all’attenzione degli organi di governo una serie di problematiche che affliggono l’intero settore agricolo, sollecitandone la risoluzione con determinazione, ma senza sortire inutili tensioni in virtù, per l’appunto, di quella fiducia accordata.

Fedagri, all’interno di Agrinsieme, è sempre stata dell’idea che le tematiche agricole vadano affrontate con ampio respiro e a lungo periodo, attraverso un confronto diretto e costruttivo con chi detiene le responsabilità politiche. Tuttavia, questo non è stato quasi mai possibile in quanto ci si è sempre trovati a dover gestire situazioni di emergenza dovute alle continue crisi di mercato in alcuni settori (vedi lattiero caseario, frutticoltura e agrumicoltura), nonché all’evidente precarietà dell’apparato amministrativo regionale, spesso incapace di reagire in modo fattivo anche di fronte alle istanze ordinarie.

Senza contare poi, che oggi si assiste perfino al collasso del sistema informativo agricolo nazionale, da cui dipende l’organismo pagatore ARCEA, e tale situazione sta creando conseguenze gravose per le imprese agricole regionali. Credo, pertanto, che si sia arrivati ad un bivio decisivo per alcuni settori, come quello dell’ortofrutta, in cui la cooperazione rappresenta le realtà più significative in termini di aggregazione, di fatturato e di occupazione diretta.

È arrivato il momento, dunque, per il governo regionale, di dare prova della propria credibilità e autorevolezza di fronte agli operatori del settore, perché nei prossimi 40 giorni si andrà incontro a scadenze cruciali su una serie di interventi, già assentiti negli indirizzi politici del Governo regionale, che tuttavia potranno trovare concreta attuazione solo se, in queste poche settimane, l’azione amministrativa risulterà efficace.

La prima questione importante da risolvere sarà quella relativa ai ritardi sui pagamenti agroambientali, in merito alla quale il direttore di Arcea, in occasione di un recente incontro tenutosi alla presenza del Governatore, del Delegato e delle rappresentanze di imprese agricole e cooperative, ha garantito il recupero del pregresso 2016 e degli anticipi relativi all’anno 2017, entro e non oltre il 31/12 con garanzia di valuta al beneficiario.

In particolare, rammento l’importanza della misura 10, concernente il ristoro sui costi delle attività di lotta integrata, che interessa in particolare le imprese frutticole site nelle pianure calabresi, ad oggi, paradossalmente, le uniche in Europa a sostenere i maggiori costi (non ancora riconosciuti), derivanti dal divieto di utilizzo del glifosate.

Difatti, l’utilizzo di questo erbicida, ad oggi a giusta ragione diffusamente contestato, non è ancora vietato in Italia e in Europa, ecco perché sarebbe stato più giusto ed equilibrato un intervento abrogativo regionale in linea temporalmente con quanto statuito a livello nazionale ed europeo, poichè è del tutto ovvio che questo divieto, se non adottato al più presto anche al di fuori della Calabria, rischia di aggravare ulteriormente la debolezza competitiva del nostro sistema produttivo ortofrutticolo.

Particolare attenzione meritano poi gli interventi relativi alla promozione della frutta riservati ai sistemi aggregati, secondo il regime specifico di aiuti già approvato dalla CE. Questa misura, già finanziata nel triennio 2013-2015, ha dato buoni risultati e potrebbe rappresentare nel tempo una forma di rilancio del comparto, per contrastare le crisi di mercato che ormai si susseguono senza tregua. Senza contare poi, che la predetta misura sarebbe oggi ancora più appropriata rispetto al passato perché posta a sostegno anche delle produzioni glifosate free, trasformando così un attuale criticità in un punto di forza. Un’opportunità concretamente realizzabile se, una volta per tutte, si riuscisse finalmente ad abbandonare la malsana idea che i contributi servono solo per fare assistenza e non sviluppo. Questo sostegno potrebbe, per esempio, trovare spazio all’interno del prossimo bilancio regionale 2018, per un intero triennio e con importi annui poco significativi. Un ulteriore ambito d’intervento riguarda le strategie finanziarie di supporto alle strutture aggregate, che possono trovare in Fincalabra il giusto interlocutore attraverso lo strumento del fondo rotativo per il rilancio dei settori strategici.

L’impegno della Giunta regionale per rifinanziare il fondo è stato già definito nel mese d’agosto, ma deve ancora trovare attuazione e ci si augura che questo avvenga entro e non oltre la fine dell’anno. A tal proposito, mi preme sottolineare che le prime parziali operazioni, compiute per il comparto delle drupacee, hanno dimostrato la piena operatività di questo strumento che, pertanto, rappresenta una svolta anche per altri comparti. Inoltre, la finanziaria regionale dovrebbe diventare a tutti gli effetti anche soggetto erogatore di interventi di equity per le cooperative, attraverso prestiti partecipativi oppure come socio sovventore, al pari di quanto previsto per le società di capitali come avviene usualmente in altre regioni italiane. Il quarto ambito concerne il riesame amministrativo sulle domande relative alle misure del PSR per gli investimenti materiali in agricoltura e nell’agroalimentare. In merito, diventa a questo punto fondamentale giungere alla conclusione del processo amministrativo entro fine anno, non perdendo l’occasione di spingere su impegno e spesa, recuperando con buon senso i progetti esclusi o tagliati.

Tante imprese ortofrutticole contano sugli investimenti per rilanciarsi o consolidarsi, e dunque, fermo restando il rigore sul tema legalità, è opportuno che ciò non si tramuti in rigor mortis per le imprese, perché i mercati purtroppo non attendono. Ricordo a me stesso che siamo alla fine del 2017 ed il programma è definito in un arco temporale che va dal 2014 al 2020. Il fattore tempo è una risorsa preziosa, essenziale e limitata in economia e la Pubblica Amministrazione regionale deve utilizzarlo al meglio, come accade in altri territori dove l’economia “corre”. Le risorse sono ingenti e con le premialità aggiuntive disponibili dal 2018 saranno ancora più importanti, ma dovranno essere effettivamente e rapidamente disponibili.

In conclusione, saranno 40 giorni serrati in cui servirà grande energia, celerità nell’attuazione e soprattutto impegno responsabile delle diverse parti politiche e amministrative coinvolte. Da gennaio, poi, ci sarà tempo per fare bilanci sugli obiettivi realmente raggiunti e conseguentemente valutare se l’efficacia dell’attuazione sarà stata pari all’impegno politico profuso e promesso dal Presidente Oliverio e dal suo delegato D’Acri.

Camillo Nola
Presidente Fedagri Calabria – Confcooperative Calabria

 

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